Quella che offre Winston Fuenmayor è un’esibizione intensa, teatrale, in cui le carte non sono solo strumenti di gioco, ma presenze vive e minacciose. All’inizio è solo una che appare tra le dita, poi un’altra, e un’altra ancora. Presto la situazione sfugge di mano e le carte sembrano moltiplicarsi da sole, come entità mostruose che assalgono l’artista. Escono dalle mani, dalla sua bocca, persino dalla pelle. Il pubblico assiste ad una lotta silenziosa, quasi tragica, tra l’uomo e l’oggetto magico. Ogni gesto è amplificato, ogni carta che cade è un colpo di scena. Non c’è bisogno di parole, il linguaggio è quello universale del corpo e della tensione. Si tratta di una performance drammatica, un racconto visivo sull’ossessione e sull’impossibilità di fermare ciò che si è evocato. È un’esperienza che affascina e inquieta contemporaneamente.
| Autore | Brano |
| Sergio de La Puente | Azul y no tan Rosa |


